CENTRO RACCOLTA DATI
QUESTO SPAZIO E’ DESTINATO A RACCOGLIERE
ESPERIENZE RELATIVE ALLE DISINFESTAZIONI CHIMICHE
Dopo i trattamenti, molte persone hanno problemi di salute o notano dei
cambiamenti nell’ambiente.
E se ciò fosse dovuto all’impiego dei prodotti per liberarsi
dalle zanzare (irrorazioni aeree e altri metodi di uso comune)?
Le conseguenze delle sostanze chimiche usate con grande disinvoltura
e sparse nell’ambiente, non sono ancora abbastanza documentate.
Intendiamo quindi offrire la possibilità di attuare il necessario
monitoraggio per raccogliere informazioni in proposito.
SCRIVETE e RACCONTATECI LE VOSTRE ESPERIENZE indicando:
- la località
- cosa vi è successo
- il modo in cui è avvenuto il trattamento
- il tipo di prodotto impiegato (se lo conoscete)
- se si tratta di un intervento pubblico o privato
- all’interno o in aree aperte
- per eliminare le larve, gli insetti adulti o entrambi
Se desiderate l’anonimato, i vostri dati personali verranno mantenuti
segreti. Sarà citato solo il vostro nome di battesimo o l’eventuale
pseudonimo di vostra scelta e la località in cui è avvenuta
la disinfestazione.
*******
Ivana Zardin, ROMA
DIRITTI INASCOLTATI
“Salve a tutti,
ho appena scoperto e per caso questo utilissimo sito nella disperata
ricerca di un valido riferimento per chi, come me, pone in assoluto
al primo posto la difesa dell'ambiente.
Vado per ordine.
Vivo a Roma a Casalpalocco, quartiere denominato Pianeta Verde
per una percentuale rilevante di giardini privati, e non rispetto
al numero dei residenti.
Ma questa condizione di privilegio non garantisce negli abitanti
una sensibilità evoluta, un'attenzione rigorosa, una coscienza
ambientalista consolidata da porre come premessa ogni volta che
è in gioco la tutela degli ecosistemi e, quindi, la qualità
della nostra vita.
La maggior parte delle persone non si rende conto di come TUTTO
in natura sia intimamente interconnesso. Si pensa e si agisce
per compartimenti stagni senza collegare cause ed effetti.
In questa stagione, come ogni anno, siamo alle solite con le zanzare.
Nel mio comprensorio, durante una demenziale assemblea, è
stato deliberato "il necessario uso del cannone" nella
"pianificazione" della disinfestazione.
Una signora di buona volontà ha provato, con chiare argomentazioni
ed una massiccia dose di passione, a proporre un sistema biologico,
in alternativa a quello chimico, per eliminare la tossicità
e le conseguenze di questi trattamenti, spiegando come
sia allarmante la scomparsa delle api ed altri insetti utili nella
nostra zona, come siano diminuiti i naturali antagonisti delle
zanzare (pipistrelli, libellule, ecc., cose che tutti noi possiamo
osservare anche nei nostri giardini) favorendo così il
proliferarsi degli insetti che cerchi di combattere, come un veleno
che si posa su tutto sia respirato da tutti, toccato da tutti,
entri nella catena alimentare, colpisca più gravemente
l'organismo dei bambini con gli effetti a medio e lungo termine
che ormai dovrebbero essere chiari anche ai sassi.
E' stato inutile.
L'assemblea ha mandato chiari segni d'insofferenza colti al volo
da chi temeva venisse messo in discussione il programma prestabilito.
Ascoltare non è più di moda, neanche per educazione
e usare il cervello ancor meno; forse troppo faticoso. Da troppo
tempo in disuso.
Arrivando al dunque: vorrei sapere se ogni comune prevede una
precisa normativa di riferimento e, soprattutto, l'obbligo di
rendere nota la composizione chimica del prodotto utilizzato.
Nel caso in cui questa procedura venisse disattesa come possono
essere individuati appigli giuridici per invalidare quanto deliberato?
Se conoscete un percorso legale, anche impegnativo, per far valere
il diritto alla salute dell'ambiente e delle persone messe in
minoranza COMUNICATEMELO!
Grazie.
NB Nel mio giardino è fiorito un enorme pero selvatico;
lo scorso anno non potevo avvicinarmi durante il giorno per via
delle api. Oggi ne ho contate quattro!
Sono molto preoccupata.”
ROMA - lunedì 28 marzo 2011
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Erika Ricci, Forlì “Il raggio di sole”
STORIA DI KING, CAVALLO CIECO
Mi chiamo Erika, gestisco un maneggio all’interno della città di Forlì adiacente al parco urbano, e mi occupo di equitazione per bambini e disabili. I cavalli che utilizziamo ci vengono donati o dati in fida da proprietari che per vari motivi non riescono più ad accudirli. Non disponiamo di grandi spazi ma sicuramente di tanta passione e amore.
L’8 aprile 2007, il giorno di Pasqua, ho trovato King, un cavallo arabo di 5 anni, completamente cieco. Era in un recinto ai confini del maneggio; lo abbiamo ricoverato in un box e abbiamo chiamato la nostra veterinaria di fiducia che è intervenuta immediatamente, e che dopo un consulto con un oculista veterinario, ha provveduto ad eseguire lunghi lavaggi sugli occhi. Questa operazione è risultata molto impegnativa dato che il cavallo era diventato molto ostile. A un’analisi più accurata altri cavalli, sempre ricoverati in recinti etserni, presentavano gli stessi sintomi anche se di entità diverse. Dopo pochi giorni alcuni dei cavalli hanno iniziato a presentare bruciature sul muso e afte dentro la bocca. Ero disperata. Ad alcuni di loro era pericoloso avvicinarsi, stavano soffrendo molto e io non sapevo il perché!
L’11 aprile 2007, l’oculista interpellato in presenza di un veterinario dell’AUSL ha imputato la cecità dei cavalli a un prodotto chimico caustico e fotodermatico ed ha prescritto lavaggi e antibiotici da somministrare molto frequentemente. Inoltre, ha esguito diversi tamponi sugli occhi dei cavalli e li ha consegnati al veterinario AUSL per risalire alla causa del problema.
A nostro avviso, gli esami tossicologici specificamente indicati dall’oculista non sono stati eseguiti (visto che risultano assenti nella documentazione a noi prevenuta dietro regolare richiesta). Sono stati eseguiti solo esami virologici sulle croste e un esame batteriologico sul tampone agli occhi. Questi test hanno dato esito negativo.
La dott.ssa veterinaria Elena Tabanelli, che ha frequentato con assiduità il maneggio per un mese per medicare i cavalli quotidianemente, ha accusato tosse, prurito alla gola e una certa dispnea: i sintomi sono spariti da quando ha smesso di visitare il maneggio.
A pochi giorni dall’acccaduto, a seguito della nostra segnalazione, il veterinario dell’AUSL Dott. Usberti ha eseguito un sopralluogo presso il maneggio dando la sua diagnosi: fotodermatite per la pellle e stafilococco per quanto riguarda gli occhi. Ricordo che ci troviamo in aprile … l‘idea che un prodotto per la disinfestazione della zanzara tigre sia all’origine delle ustioni inizia a farsi largo nella nostra testa dato che al maneggio non nola ne’ una mosca ne’ una zanzara e la cosa è molto anomala in un maneggio in cui vivono 20 cavalli. Dopo circa un mese, abbiamo interpellato un esperto in prodotti chimici contro le zanzare e questi ci ha consigliato di analizzare l’acqua degli abbaveratoi esterni per appurare se qualcuno aveva fatto disinfestazioni.
Il 13 aprile 2007 alle 6.30 della mattina ho notato un camioncino della ditta BONAVITA incustodito e parcheggiato in un’area adiacente al maneggio contenente, alla portata di chiunque, lattine e sacchi di prodotti anti-zanzara pericolosi per la salute e per l’ambiente. Tra questi si trovavano anche prodotti etichettati come “molto tossici”. Mi preme sottolineare, a questo proposito, che tutti i prodotti contenevano piperonil butossido, sostanza successivamente rinvenuta sulle croste e sul pelo dei cavalli.
Allarmati abbiamo chiamto il 112 e i carabinieri hano inoltrato la denuncia ai vigili urbani che arrivati sul posto, in presenza del Signor Renzo Ricci, proprietario del maneggio e allora ancora in servizio in qualità di Agente di polizia provinciale, hanno esordito con la frase seguente: “E voi ci avete chiamato solo per questo?” Abbiamo dovuto insistere perché facessero una relazione dell’accaduto, prontamente archiviata e non messa in relazione con i fatti avvenuti al maneggio.
Nel frattempo, i cavalli erano in netta rispresa sia dal punto di vista degli occhi che delle bruciature (restano tuttavia ancora oggi privi di pelo nelle zone comrpmesse). King però peggiorava. Gli occhi continuavano ad essere bianchi e la cornea si stava sfondando in entrambi. Le bruciature, inoltre, erano nel sue caso estese a tutto il corpo e lo facevano apparire un cavallo scorticato vivo. Aveva però tantissima voglia di vivere e io non sentivo di poterlo abbandonare nonostante il proprietario volesse abbatterlo.
Durante un altro sopralluogo dei carabinieri, durante il quale nuovamente facevano notare l’anomala assenza di mosche e zanzare, impensabile in una scuderia con una quindicina di cavalli, molti cavalli sono stati riconsegnati ai proprietari. Intanto il maresciallo Principe concentrava la sua attenzione sul pericolo causato dal deposito di fieno e dichiarava che in caso di incendio ci avrebbero fatto chiuedere.
Il 25 aprile 2007 King entra in sala operatoria. Viene operato agli occhi e subisce l’asportazione delle cornee (attualmente conservate in un congelatore) e l’impianto di una membrana specifica sostitutiva. Nel giro di pochi giorni, però, entrambe le membrane saltano e King deve essere nuovamente operato. Questa volta perde l’occhio destro e viene sottoposto a un trapianto di cornea al sinistro.
Gli interventi vengono effettuati presso la clinica veterinaria di San Patrignano e durano 5 ore ciascuno. King è sopravvissuto nonostante tante ore di anetstesia. L’occhio asportato è stato inviato all’università di Milano per un esame istologico e lì è stato suggerito che la lesione sia stata provocata da una sostanza chimica.
In primavera sono arrivate per fare il nido all’interno della scuderia una decina di coppie di rondini. Alcune nidiate si sono schiuse il 2 giugno ma dopo due giorni tutti i rondinotti sono morti in concomitanza con il secondo episodio di congiuntivite dei cavali (4 giugno) e a distanza di un giorno sono scomparsi tutti gli adulti. Sono rimaste solo due coppie che avevano le uova non schiuse. Le uova si sono schiuse il 6 giugno con grande festa dei bambini al maneggio. Già il 9 mattina, tuttavia, i rondinotti erano morti e le rondini adulte sparite. Tengo a sottolineare che la moria degli uccelli si è concentrata in un giorno ogni quindici circa, con la stessa frequenza con cui si verificava la recrudescenza della sintomatologia nei nostri cavalli.
Una ragazza che ferquenta la zona verde intorno al maneggio per portare a passeggio il proprio cane è disposta a testimoniare che quest’anno ha trovato molti uccelli morti nella sua passeggiata, cosa che non le era mai capitato di riscontrare in precedenza. Inoltre, a casa sua, al di là del Viale dell’Appennino erano infestati dalle zanzare mentre nell’area adiacente al parco e al maneggio non ce n’era neanche l’ombra.
Il 13 luglio 2007 è arrivata la risposta della regione a una nostra richiesta di indagine. In sintesi nella risposta si afferma che “ … nei giorni successivi si è riscontrata sui soggetti colpiti una positiva reazione alle cure, ad eccezione di uno dei cavalli che ha perso la vista dopo un trapianto di cornea cui è stato sottoposto per volontà dei proprietari”. Da quanto scritto dunque si deve desumere che il cavallo è diventato cieco perché io l’ho fatto operare?? Sempre rigurado la risposta della Regione, si legge che il Comune e la cooperativa che segue la manutenzione del Parco urbano affermano “di non aver fatto uso di sostanze tossiche nel Parco urbano e nelle zone adiacenti”. Sul pelo dell cavallo e nell’acqua dell’abbeveratoio del 27 luglio 2007 è stato rinvenuto Piperonil butossido (sostanza contenuta negli insetticidi, tossica nonché caustica!). Allora da dove proviene?? E inifne, prosegue il documento, gli animali stanno tutti bene mentre io ho foto e testimoni che affermano il contrario.
Alcune mamme di bambini che frequentavano il maneggio hanno visto nel parco conigli ciechi e malati. Prima di Pasqua il parco pullulava di conigli, nell’arco di un mese i conigli sono spariti tutti, le volpi e i cinesi sono la causa, secondo i gestori del parco.
Dal 1° al 3 agosto 2007, c’è stato un gran movimento frenetico di camionicini e autobotti della ditta BONAVITA tra il fiume e il laghetto del parco. In quei giorni il tempo si era guatstato e si erano verificati molti temporali.
Il 6/7 agosto 2007 si è verificata una grossa moria di pesci nel parco. Alla richiesta di una motivazione la risposta è stata il prosciugarsi delle falde per il ricircolo dell’acqua. A questo punto mia madre ha chiesto qualche pesce da dare al gatto, in quanto se era vero che erano morti per asfissia (come ripostato nella stampa locale) non c’era pericolo. Non le sono stati dati (perché? Il gatto poteva stare male?!):
Da quel giorno sono sparite quasi tutte le anatre, loro sono soffocate per mancanza d’acqua!!!
La spiegazione che ci è stata data dall’esperto consultato privatamente è che gli acquazzoni hanno dilavato i terreni del parco e molto prodotto è finito nel lago; dato che sono piretrodi a “norma di legge”, uccidono gli ambienti acquatici come è stato scritto sull’etichetta. La primavera e l’estate del 2007 sono state un vero inferno. Mi alzavo alle 5 per fare la medicazione a King agli occhi per continuare con altre 8 nel corso della giornata (l’utima delle quali a mezzanotte). Poi antibiotici, antinfiammatori uno o due volte al giorno in vena, il tutto a un cavallo molto sofferente e spaventato. Come se non bastasse Chiara mia figlia di 5 anni ha cominciato ad avere crisi di asma, con conseguenti ricoveri in concomitanza con i problemi riscontrati al maneggio.
Tutto tace e torna la primavera senza novità sulle indagini, chiedo aiuto alla LAV, al WWF. Nessuno si muove … mancano le prove … vado anche dal prefetto e anche lui scrive che nessuno irrora sostanze nocive nel parco urbano …
Facendo una passeggiata al parco nella primavera 2008 incontro il furgone di BONAVITA che fa dei controlli nei tombini di tutto il parco. Al maneggio nonostante non sia ancora arrivato il caldo alcuni cavalli presentano la congiuntivite. Decidiamo di installare delle telecamere di sorveglianza e assai stranamente gli episodi di recrudescenza di questo fenomeno che ci aveva tormentato per più di un anno miracolosamente spariscono. Risulta dunque logico supporre che chi per un anno ha irrorato con sostanze chimiche anche i confini del nostro maneggio, essendosi accorto delle telecamere, abbia deciso di svolgere più lontano le proprie attività disinfestatorie per non farsi cogliere con le mani nel sacco.
Questa estate nonostante il caldo e le lesioni che sono rimaste ai cavalli, non abbiamo avuto più problemi. King è completamente cieco. Le rondini non sono più tornate e nell’arco di questa estate sono scomparsi i pipistrelli, non si sentono grilli, ne’ cicale, ne’ rane nel lago, anche le lucciole sono un lontano ricordo: un perfetto parco silenzioso e morto (dimenticavo! nel lago hanno rimesso qualche anatra e alcuni cigni).
Nelle date del 14, 15 e 23 luglio 2008 un giornale dà spazio alla notizia del ritrovamento di alcune decine di conigli morti all’interno del parco urbano!
Come riferisce il quotidiano ci troviamo di fronte ad una specie di giallo, in quanto il presidente della società che gestice l’area pubblica Ivan Casadei minimizza l’accaduto affermando che sono stati trovati solo pochi esemplari di conigli morti e secondo lui uccisi a bastonate; mentre, secondo le due testimonianze riportate dal giornale vi erano diverse decine di carcasse senza la benché minima traccia di sangue disseminate ai bordi dei vialetti del parco nell’arco di circa un chilometro.
Ordunque, se è vero che gli animali sono stati uccisi a bastonate, come afferma il signor Casadei, siamo di fronte al reato di maltrattamento degli animali!!!
Ma il signor Casadei in qualità di presidente di un ente che gestice un luogo di pubblica frequentazione non ha l’obbligo di denunciare un reato accaduto nell’area pubblica a lui affidata? In realtà, sempre secondo quanto pubblicato sul giornale La Voce in data 23 luglio 2008, il signor Casadei dichiara di aver interpellato l’AUSL per que che riguarda i conigli morti mentre il dottor Usberti, dirigente del servizio veterinario dell’AUSL, smentisce categoricamente che gli uffici da lui diretti siano stati contatti a questo riguardo.
Per quali motivi i conigli morti sono stati fatti sparire accampando scuse fra loro contraddittorie e mendaci?
Questo ambiguo comportamento porta a sospettare una relazione tra questi strani avvenimenti e quelli altrettanto strani e irrisolti del 2007! Come evidenzia La Voce di Romagna, nel corso di quest’ultimo anno si sono verificati gravi danni ad animali e persone e ciò spinge a chidersi se le indagini fatte all’epoca possono essere considerate sufficienti o se non sia il caso di riesaminare l’accaduto.
Per quel che riguarda la moria di pesci dell’2007 improvvisa (tutto è avvenuto in una notte) e totale (sono morti centinaia di pesci), sono state fatte indagini e analisi sul perché sono morti o ora come allora il servizio veterinario dell’AUSL è venuto a conoscenza del fatto solo attraverso i giornali? Avendo, poi, raccolto numerose testimonanzie di persone che hanno avuto problemi più o meno gravi frequentando il parco e di altre che vivono intorno ad esso, viene da chiedersi se tutti questi episodi non siano stati legati ad un unico disegno che coinvolge l’area verde del parco al fine di debellare la fastidiosa zanzara tigre ma che ha condotto all’avvelenamento dell’intera zona provocando danni non solo agli animali ma anche alle persone …
Noi non ci siamo arrresi, abbiamo continuato a fare appostamenti e li abbiamo “beccati”. La disinfestazione la fanno eccome e ora abbiamo le foto di un furgone dell’Omnia servizi che ne efettua una, e neppure a norma di legge, dato che non vienen segnalata e il parco non resta chiuso per 48 ore come prescritto.
Chiediamo spiegazioni e ci viene risposto che è tutto regolare: lavorano per i locali privati all’interno del parco e spargono un piretoide (che contiene anche il peperonil butossido) lecito se irrotato con cautele ben precise, mentre in realtà spruzzano veleno sui tavoli del ristorante all’interno del parco alle nove del mattino dove a mezzoggiorno la gente andrà a mangiare, mentre nello stesso istante i frequentatori del parco vengono irrorati da questi prodotti poiché l’area non è stata chiusa al publico e nessuno è stato avvisato di ciò che sta accadendo …
Contatti presi da Internet
Indirizzo: Parco Urbano F. Agosto - Viale dell'Appennino, 54 - Telefono: +39.0543.401751. Dott.ssa Ricci +39.328.2221671 - Fax: +39.0543.401751
http://www.turismoforlivese.it/servizi/menu/dinamica.aspx?ID=5262
On Monica Cirinnà Assessore ai Diritti degli Animali del Comune di
Roma
Dal Convegno “LA CHIMICA e L’UNIVERSO” del 18 aprile 2006,
al CNR di Roma
“D - On. Cirinnà, Come responsabile del Comune lei saprà che
presto inizieranno le disinfestazioni chimiche. E’ vero che gli animali,
dopo le irrorazioni nei parchi, muoiono? Quali tipi di animali e perché?
R- Dunque, sicuramente gli animali più colpiti rispetto alla biodiversità che
noi abbiamo nei parchi di Roma, sono gli anfibi: il 32% delle specie
di anfibi* presenti a Roma è in estinzione ed è in pericolo: rane, rospi,
raganelle, tritoni, salamandre animali che normalmente fanno schifo alla
maggior parte dei cittadini romani, ma che noi tentiamo, comunque, di tutelare.
Abbiamo avuto, purtroppo, moltissime segnalazioni di morte anche
di uccelli, moltissimi uccelli che vediamo normalmente presenti in città in questo
periodo: gazze, cornacchie, ecc. Siamo in aprile, abbiamo avuto già nidiate
di merli, sono arrivate le marzaiole e quant’altro.
Abbiamo avuto qualche caso di intossicazione dei cani, perché i cani,
quando vanno al parco si scatenano, per lo meno i miei. Si rotolano nell’erba
e prendono sul loro pelo molte porcherie, a parte quello che c’è normalmente,
ma che, comunque dovrebbe essere naturale. Vi ricordo, però, che con
la pioggia, molti detriti chimici arrivano comunque in terra. Moltissimi
pesticidi utilizzati arrivano, con l’acqua, nelle falde acquifere e
moltissimi disinfettanti e disinfestanti, comunque, si depositano. I nostri
cani si rotolano nell’erba o si sporcano, eppoi si leccano. Non ho
difficoltà a dire che ho fatto personalmente una battaglia durissima
in seno all’Amministrazione Comunale e, in parte, l’ho persa.
Perché, comunque, le disinfestazioni dell’Amministrazione Comunale
di Roma, benché così sensibile, benché così ambientalista,
vengono effettuate da una delle nostre aziende comunali, la SANAMA che è una
costola dell’AMA, la nostra società che raccoglie i rifiuti
e, su alcuni prodotti chimici, non l’abbiamo spuntata.
Il cittadino ritiene più importante non avere la zanzara tigre sul
davanzale, piuttosto che far morire un certo numero di anfibi, far ammalare
un certo numero di cani o, come è stato detto in questa sede, rischiare
la salute delle persone.
Abbiamo tentato di spiegare ai cittadini che l’importante è non
avere acqua stagnante nei sottovasi, che è indispensabile mettervi
un pezzetto di rame e l’acqua, così acidificata, farà sì che
le uova non si schiudano.
E’ possibile sostenere anche dal punto di vista ecologico ed ecocompatibile
la lotta a determinati animali. ”
* Gli anfibi sono dei voraci insettivori che danno un grosso aiuto nella
lotta alle zanzare.
Grisalda Monroe
“Oggi, come ogni anno, ho visto spruzzare il mio paese - Artena- con
disinfestanti chimici. La una ditta incaricata dal Comune era la Geiambiente,
l’idea è quella di tenere sotto controllo i pollini che in questo
periodo infastidiscono chi ne è allergico. La sostanza usata da questa
società è il “glifosate”, definito da loro come
un fitoregolatore (sostanza che regola la fioritura delle piante), invece
di definirlo come un velenoso erbicida ammazzatutto come si rivela essere
nella realtà. Ho notato che vengono effettuati anche altri interventi
con prodotti chimici di cui però non conosco né l’impiego,
né il nome.
Da tempo quindi mi chiedo se tutti questi veleni che usano sia agricoltura,
come nella pulizia dei centri urbani, il più delle volte per liberarci
da “insetti molesti”, tra i quali la zanzara tigre, non siano
dannosi per la nostra salute e per quella dei nostri figli. E a lungo andare
non contribuiscano anche ad aumentare le allergie stesse, come anche tumori
e malattie.
Sono preoccupata, informandomi sul glifosate, (trovo poco, OVVIAMENTE)
scopro che non solo contribuisce ad alterare gli equilibri del terreno, ma
ha ripercussioni anche sul patrimonio genetico degli animali, e può portare
all'insorgenza di malformazioni e di tumori. Inoltre la sua permanenza nel
suolo può durare fino a tre anni prima della sua completa degradazione
(http://www.angelfire.com/ak3/nogm/monsanto.htm).
Ovviamente sono poche le notizie diffuse, e le ricerche saranno altrettanto
lente anche perché si contrappongono al mercato dei prodotti chimici.
Ma intanto io posso testimoniare che dopo le irrorazioni, sia per strada
che nel mio giardino, raccogliamo molti uccellini morti.
Si può anche dire “meglio loro che io”, ma ciò che
succede agli altri organismi animali, dicono gli scienziati, che succede
anche a noi!
In un mondo che si rivela sempre più invaso dai veleni, chiedo a tutti
di informarsi poiché quello che facciamo oggi può sembrare
innocuo, quando può invece rivelarsi altamente nocivo per l’essere
umano e per tutto l’ecosistema costituito da animali e piante.”
ARTENA - maggio 2006
Fabrizia
“Nel consegnare un pacco a casa di mio figlio, in una verdeggiante
piccola strada dei Parioli, mi informo con il portiere della salute del suo
bambino, colpito anche quest’anno (malgrado la stagione calda) da una
forte bronchite. “Sto portando la radiografia alla ASL ...” mi
risponde. Mi viene un sospetto: “Avete per caso avuto delle disinfestazioni
intorno a questo villino?” “Certo che sì, contro la zanzara
tigre, ma quest’anno le hanno fatte solo tre volte ...” “SOLO
tre volte?” “Sì, l’anno scorso sono venuti SEI volte!”
Non posso credere alle mie orecchie. Ho abitato dodici anni in quel
condominio e non si era mai fatta una disinfestazione. Abitavo al piano terra
eppure le zanzare non solo non costituivano un problema, ma proprio non si
facevano vedere. Il portiere, vedendomi impressionata, aggiunge ancora “ Vengono
con delle pompe talmente potenti che il getto dell’insetticida arriva
fino all’attico (4° piano) e che la rampa del garage si trasforma
in un fiume in piena, allagando tutti i posti macchina.” “Ma
lei sa quanto sono pericolosi i veleni che spruzzano? Forse potrebbero
essere la causa della bronchite del bambino!” Il bravo portiere, con calma
asiatica (è dello Sri Lanka) ribatte: “Ora che me lo dice, ricordo
che il bambino ha iniziato a stare male proprio dopo l’ultima irrorazione”.
Gli raccomando di impedire, nella misura in cui gli è possibile, ulteriori
irrorazioni e mi riprometto di parlare con l’amministratore. Nel frattempo
telefono a mia nuora che si trova quasi sempre fuori Roma, affinchè prenda
le dovute precauzioni anche per il suo bambino, mio nipotino ...Dice mia
nuora: “Mi sono trovata una sola volta in casa quando hanno fatto la “disinfestazione”,
posso dirti soltanto che se una zanzara avevo in casa, quella zanzara è rimasta
dopo che sono andati! Non vi è stato alcun risultato” Non mi
dice nulla di nuovo ... colpire le zanzare adulte serve solo a rinforzarne
la popolazione nel giro di pochi anni ... Ed io penso ai risultati - invece
molto visibili - che queste nuove usanze hanno recato nei bilanci delle aziende “chimico-farmaceutiche”.
Bilanci due volte raddoppiati: una volta nel vendere i veleni per “disinfestare” ed
un’altra volta nel vendere i farmaci per curare, ove possibile, i danni
prodotti con quei veleni. Penso alle statistiche, in continua crescita, su
tumori e malattie degenerative.
Mentre mi allontano, desolata, incontro cinquanta metri più avanti,
nella stessa strada, la ditta che fa le irrorazioni per il Comune. Non mi
trattengo del gridare alle persone che si trovano intorno “State attenti:
sono veleni pericolosi!” Mi guardano stupiti mentre l’autista
del mezzo, che si è avvicinato a me con aria incerta, mi dice “Anche
se ogni tre mesi mi fanno le analisi e tutti i controlli?””
ROMA - giugno 2006
Ermanno Gallinari
“Abito nella zona residenziale AXA, vicino Casalpalocco, in un condominio
di villette a schiera.
Il giorno 22/5 alcuni condomini hanno fatto effettuare un intervento
di disinfestazione anti-zanzare tramite pompa azionata da compressore, irrorando
i loro giardini e facciate ma ovviamente coinvolgendo l'intero condominio
vista la notevole nebulizzazione prodotta dalla pressione: il tecnico che
eseguiva ha detto che il principio attivo usato era la cipermetrina.
Il giorno 30/5 ho trovato, purtroppo con grave ritardo perchè si trovava
nella zona più defilata e cespugliosa del mio giardino, un
gatto randagio morto già da tempo.
Il mio veterinario, cui mi sono rivolto per avere una richiesta di
esame autoptico e tossicologico presso l'Istituto zooprofilattico, ha dichiarato
che l'animale era in stato di decomposizione troppo avanzata perchè potessero
essere disposti ad eseguire l'esame, e che a suo giudizio la morte poteva
risalire a 5-7 giorni prima.
Non ho quindi la possibilità di avere le certezze, o quasi certezze,
che sarebbero risultate da un esame tossicologico, ma posso notare che
- in 30 anni non ho mai trovato gatti morti nel mio giardino, e la prima
volta che è successo, la morte è databile a 1-3 giorni dopo
la disinfestazione
- è fortemente improbabile che il gatto sia stato investito, poichè il
mio giardino è a circa 40 metri dalla strada e, sopratutto, sulla
mia strada sono presenti da alcuni anni dei grossi dossi che hanno praticamente
azzerato questo tipo di incidenti
- è altrettando improbabile che sia morto di malattia perchè era
un animale piuttosto giovane, con un pelo molto bello che poteva far dubitare
che si trattasse di un randagio
- da molti anni non sento parlare nel mio quartiere di gatti intenzionalmente
avvelenati per sadismo o altro
Potrebbe essere morto per aver ingerito del cibo avariato casualmente in
coincidenza della disinfestazione: ciascuno può valutare la probabilità della
cosa.”
ROMA - luglio 2006
Annalisa
Già da molti anni, con grandi sacrifici, ho lasciato la città per
vivere vivere in campagna, lontano dall’ inquinamento e poter coltivare
il mio orto e il mio giardino. Vivo in un agglomerato di villette in un’area
verde protetta di Roma. Per molto tempo tutto è andato bene ma, purtroppo,
da quando è di moda difendersi dalla zanzara tigre con le disinfestazioni
aeree chimiche, non vivo più. I miei vicini, per paura di chissà quali
disastri provocati dalla “tigre”, hanno chiamato una ditta privata
che, di mattina, senza avvisarmi, ha spruzzato un prodotto chimico (di cui
non so il nome) nella loro proprietà, ma, che è entrato anche
in casa mia, attraverso le finestre aperte, e nel mio terreno. Bene, mi sono
risentita, ma ora, non solo non potrò consumare la mia frutta “biologica” che
con tanto amore ho coltivato, ma neppure i prodotti del mio orto, perché so
che gli insetticidi, oltre a creare danni alla salute e all’ambiente,
rendono pericolosi i prodotti alimentari irrorati. Intanto, dopo la disinfestazione,
la mia bella siepe di edera variegata ha improvvisamente cominciato
a seccare. Non era mai successo prima e credo ci sia proprio una relazione tra l’irrorazione
chimica e il deperimento della siepe di confine.
Domanda: Perché è permesso, a qualsiasi privato cittadino,
spargere nell’ambiente prodotti tossici che non risolvono il problema
delle zanzare, ma inquinano tutto, dall’aria alle falde acquifere e
sono pericolosi per tutti gli organismi viventi, piante comprese? E chi non
vuole questi trattamenti, come fa a difendersi? Perché li deve subire?
ROMA – luglio 2006
Cecile Massone
Improvvisamente mi sono svegliata con il
corpo pieno di bolle: schiena, pancia, braccia e gambe. Essendo a dieta stretta, mi sono chiesta il motivo
di tale eruzione, ma malgrado tutto, sono andata al mare con un’amica.
Appena ha visto come ero ridotta, mi ha detto: “Strano, hai lo stesso
tipo di bolle che ho avuto io dopo una disinfestazione nel mio condominio,
informati se per caso l’hanno fatta anche nel tuo.” Qualche giorno
prima, infatti, ero andata nella casa di mia figlia al mare, a Cerenova,
vicino Cerveteri, in un consorzio di villette. Ho perciò domandato
a mia figlia se avessero effettuato una disinfestazione e lei mi ha detto
che sì, l’avevano fatta la mattina alle sei, con il “cannone”,
proprio il giorno in cui sono arrivata io. Disinfestazione contro la zanzara
tigre, sia nel nostro giardino che nella piscina condominiale adiacente,
dove ero andata, verso le 10, a prendere il sole. Poco tempo dopo, sono apparse
le bolle. Mi chiedo che tipo di prodotti possano indurre una allergia così forte
e soprattutto che effetti possano avere queste sostanze all’interno
del corpo per produrre un tale rigetto. Mi sto informando per sapere che
tipo di sostanza è stata usata e parlarne con un mio amico Chimico.
Sono certa, comunque che mi diranno si tratta di un prodotto ammesso dal
Ministero della Sanità. Se non ne avessi parlato con la mia amica,
però, non avrei mai pensato di stare subendo le conseguenze di un’irrorazione
antizanzara, perché anch’io, come tanta gente ho sempre creduto
che i trattamenti chimici che vengono fatti nei condomini, sono sicuri e
non comportano pericoli per la salute. Ora, sulla mia pelle, ho imparato
che non è così.
CERENOVA – ROMA luglio 2006
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La seguente testimonianza ci è giunta corredata da due articoli simili a quelli che appaiono sui vari quotidiani all'avvicinarsi della stagione calda quando molti Comuni irrorano insetticidi, sempre “innocui”, per combattere zanzare e insetti, invece, “molto pericolosi”.
leggi articolo : "INSETTI NOCIVI, DISINFESTAZIONE NOTTURNA"
leggi articolo : "SCATTA LA DISINFESTAZIONE"
Antonia Bianchi
Vivo in una piccola cittadina del Lazio (Rieti).
L’estate scorsa sono state effettuate dal nostro Comune quattro disinfestazioni
per le zanzare in tutti i quartieri della città. Le zanzare talaltro non
sono mai sparite del tutto, anzi ora che siamo in dicembre ancora
ci sono.
Nell’ultima disinfestazione, avvenuta il 1° settembre, io e mio figlio di otto
anni, abbiamo accidentalmente inalato il pesticida. Questo è avvenuto perché hanno
iniziato ad irrorare le strade prima dell’ora che era scritta sui manifesti che
avvertivano la cittadinanza.
Nei giorni successivi mio figlio ha avuto attacchi di tosse, io stessa
ho avuto irritazione alla gola, al naso e rossore al viso, ma da allora non sono
stata più bene.
In ospedale, al reparto di pneumologia, mi hanno detto che anche altre persone
hanno avuto problemi in seguito alla disinfestazione. Ora sto facendo molti esami
perché, probabilmente può essermi sopravvenuta la MCS (Sensibilità Chimica
Multipla), una grave malattia che dà allergia ad ogni prodotto chimico e rende
la vita impossibile (leggi).
Eppure, in Comune mi hanno assicurato che i prodotti usati non sono tossici per
l’uomo e che è solo una precauzione tenere le porte e le finestre chiuse mentre
irrorano le strade.
Ma perché, a chi l’ha chiesto, non è mai stato comunicato il nome dell’insetticida
usato, né è stata rilasciata la scheda tecnica relativa?
RIETI– dicembre 2006
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