NATURA AMICA
Un grande aiuto, per la lotta alle zanzare,
può venire
dalla Natura, occorre quindi rispettarla e non distruggerne continuamente
gli equilibri.
Ma a cosa servono le zanzare? Sicuramente fungono da cibo e occupano un
posto importante nella catena alimentare, sia da adulte che nello stadio
larvale.
Molteplici infatti sono i loro predatori: pipistrelli, uccelli insettivori ,
libellule, anfibi, pesci, lucertole,
gechi, formiche,
ragni, ecc…….
. che purtroppo però, vengono sempre più sterminati dalle sostanze
chimiche sparse nell’ambiente, insetticidi per le zanzare, compresi.
Perché allora, invece di distruggere le grandi potenzialità che
ci offre la Natura, non le proteggiamo? Perché tutto è delegato
all’uso, troppo spesso incosciente ed esagerato, di veleni, e la salvaguardia
della vita che ci circonda, che poi è la base della nostra stessa
vita, viene sottovalutata e presa così poco in considerazione?
Facciamo tutti parte di un unico sistema e la distruzione che seminiamo
accelera, purtroppo, anche quella della nostra specie.
UN CONTADINO CHE ODIAVA GLI INSETTI
di Fulco Pratesi
Un contadino che odiava gli insetti.,
sparse il veleno sui broccoletti.
A quella pioggia sottile e mortale,
non sopravvisse nessun animale.
Moriron prima, tra atroci tormenti,
chiocciole e grilli e farfalle innocenti.
Insetti utili, insetti buoni,
carabi, apidi e curculioni.
Ma insetti e vermi, lo sanno anche i cani,
fanno da cibo a molti animali,
e le lucertole, come gli uccelli,
(pur quelli utili, pur quelli belli)
che quegli insetti mangiaron negli orti,
caddero subito in terra, morti.
Ma ancor non termina la filastrocca,
la morte incalza: a chi tocca, tocca!
I topiragno, rospi, fringuelli,
ramarri, donnole e pipistrelli,
moriron tutti, senza un lamento.
Il contadino adesso è contento
Senza più uccelli, farfalle ed insetti,
crescon più belli i suoi broccoletti.
Ma la morale purtroppo è diversa,
che quei veleni che il villico versa,
non fanno male soltanto agli insetti,
lombrichi, ricci, ramarri e uccelletti,
Ce li troviamo, lo giuro, nel piatto
e nello stomaco, che non è adatto
a sopportare quei “condimenti”
che sono tossici ed invadenti!
Da tutto questo dipende il finale:
“
Agli animali non fare del male
se vuoi vivere senza paura,
nell’equilibrio della Natura.”
Fulco Pratesi
Presidente WWF ITALIA
“SMETTETE DI ODIARE GLI INSETTI” di Giorgio Celli leggi
Il mantenimento della biodiversità è fondamentale. Nel momento in cui si creano squilibri all’interno di un ecosistema, sono le specie da noi ritenute più fastidiose a dilagare. Per evitare problemi è fondamentale conservare il maggior numero possibile di specie presenti in ogni ambiente, evitando, tra l’altro, la nebulizzazione aerea e l’immissione nelle acque degli insetticidi di sintesi e diminuendo i prodotti chimici in agricoltura.
I PIPISTRELLI
L’Università di Coimbra, in Portogallo, “La
Velha Universidade” del 1290, è una delle più antiche
e prestigiose del mondo. La sua parte più importante è la Biblioteca
Joanina, con i suoi 300.000 volumi, le pareti e i soffitti affrescati
e gli splendidi mobili intarsiati.
Ma, qualche tempo fa, i preziosi volumi stavano rischiando di venire
distrutti dall’invasione di insetti parassiti. I responsabili hanno
allora ospitato all’interno dei locali, un certo numero di pipistrelli.
Durante il giorno la vita si svolgeva normalmente, i libri venivano consultati
nel grande caratteristico silenzio, ma la notte, le piccole creature, uscivano
dai loro nascondigli e si scatenavano……… Bene, il risultato è stato
: eliminazione totale dei parassiti e nessun danno agli ambienti, ai
libri e ai manoscritti.
Ma i pipistrelli sono grandi distruttori
anche di zanzare, e ognuno di loro, in un’ora di volo, può ingoiarne fino a 500. Perché allora
non farci aiutare da questi piccoli mammiferi? Per averli come alleati,
occorre non disturbarli durante il loro letargo invernale e quando allevano
i piccoli
in estate, ma cercare di attirarne il maggior numero possibile, augurandosi
che si trovino bene, vicino alle nostre abitazioni.
TUTELARE I PIPISTRELLI PER DIFENDERSI DALLE ZANZARE
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SALVATE IL PIPISTRELLO!
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I PIPISTRELLI SONO VENUTI
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I PIPISTRELLI MANGIANO MIGLIAIA DI ZANZARE OGNI NOTTE
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Le zanzare (Guerra naturale alle zanzare)
Fonte: http://www.batboxnews.it
Importante iniziativa del Comune di Firenze
Segnaliamo con piacere un'importante iniziativa del Comune di Firenze per la lotta alle zanzare che ha avuto notevole eco sulla stampa cittadina. A Palazzo Vecchio si sono tenute alcune riunioni tecniche, interessanti e proficue, cui, oltre a rappresentanti del Comune, hanno partecipato la Asl, il Quadrifoglio (società per lo smaltimento rifiuti), il Consorzio di Bonifica, la Facoltà di agraria dell'Università di Firenze e il Museo di storia naturale, rappresentato dal dottor Paolo Agnelli, nostro chirotterologo.
Risultato importantissimo è stato il riconoscimento che la somministrazione di pesticidi per la lotta alle zanzare adulte è inutile contro questi insetti: nel lungo periodo, infatti, essi sviluppano resistenze alle sostanze chimiche; inoltre è dannoso per l'ambiente e per la salute umana.
È stato, inoltre, riconosciuto che la lotta alle zanzare deve essere svolta usando tecniche per individuare e contenere i focolai larvali, anche con l'aiuto di pesci larvicidi (le Gambusie) da immettere nelle vasche dei giardini.
Contro gli adulti l'unica strada percorribile con efficacia, e preservando la nostra salute, è la lotta biologica: per esempio, seminare miscele di fiori che richiamano insetti "antizanzara", ma soprattutto favorire la presenza e l'attività dei pipistrelli.
Il dottor Agnelli è "grato al Comune di Firenze che ha riconosciuto l'importanza della compatibilità ambientale degli interventi e della loro divulgazione fra le persone".
Sarà diffuso un volantino fra i cittadini che spiega con chiarezza e semplicità le motivazioni e i fini di questa iniziativa del Comune di Firenze, che inizialmente interesserà le zone di Ugnano e Mantignano (qui il problema zanzare è davvero urgente); in seguito si estenderà all'intera città.
Formidabili killer d'insetti
Possiamo stimare la quantità di insetti che un pipistrello è capace di predare, con un semplice calcolo. Pesandolo prima e dopo una notte di caccia, vediamo che il suo peso è aumentato del 25-50%. Se consideriamo il peso dei diversi insetti che un pipistrello può mangiare, dai grossi coleotteri ai piccoli moscerini, si ottiene un numero di prede che oscilla tra i 50 e i 10.000. Le zanzare rientrano nella dieta di molti chirotteri e se un pipistrello catturasse solo queste, magari dove sono particolarmente abbondanti, ne farebbe fuori oltre duemila.
Una stima più attendibile, in funzione della sua dieta abituale, è di circa mille zanzare per notte. Nonostante questo i pipistrelli da soli non possono liberarci da questi insetti. È solo applicando anche le altre buone pratiche per la lotta alle zanzare, che otterremo buoni risultati.
Ecco quindi come poche semplici mosse possono salvaguardare le nostre estati
I pipistrelli sono abili predatori di insetti, tra cui le noiose e insistenti zanzare. Per questo sono preziosi alleati per combatterle rispettando l?equilibrio naturale, a differenza degli insetticidi chimici, che non risolvono il problema e sono tossici, per l'ambiente e per noi stessi.
Meglio degli insetticidi alcune tecniche rispettose dell?ambiente. Nella lotta alle zanzare è prioritario eliminare le uova e le larve, combatterle da adulte e i volo è molto più difficile. È da considerare che la zanzara tigre, ad esempio, si sposta solo per brevi distanza, generalmente per poche decine di metri.
Ecco alcuni semplici suggerimenti per evitare in casa nostra la molesta presenza di questi insetti.
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Chi ha terrazze, orti e giardini controlli che non ci siano ristagni d?acqua in sottovasi, annaffiatoi e recipienti di qualsiasi tipo presenti all?aperto. Le zanzare depongono le uova anche in pochissima acqua. Chi ha una vasca decorativa, o uno stagno, ci metta dei pesci (meglio se nostrani, come le tinche) che mangeranno volentieri le uova e le larve di zanzara.
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Tombini e caditoie sono i luoghi preferiti dalle zanzare per deporre le uova. Se possibile, isolate il tombino con una rete a maglie fitte.
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Utilizzare il Bacillus thuringiensis varietà israelensis, che vive sulla vegetazione acquatica di cui si nutrono le larve di zanzara e che, una volta ingerito dalle larve, le uccide in poche ore. Deve essere usato soltanto in tombini e piccole pozze, mai in ambienti naturali come, torrenti, stagni e laghetti, in quanto la sua azione larvicida sarebbe letale anche per altri insetti come le libellule, predatrici naturali delle zanzare. Il prodotto è venduto in farmacia in compresse.
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Alle finestre installate delle semplici zanzariere (ce ne sono di tutti i prezzi). Le zanzare non potranno entrare in casa.
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Cercare di salvaguardare i nemici naturali delle zanzare. Anche se ci possono risultare sgradevoli, rane, raganelle e rospi divorano le larve dei nostri nemici estivi, apprezzate anche da larve di altri insetti, come le libellule.Oltre ai pipistrelli, efficacissimi predatori naturali alati sono anche rondini, rondoni e balestrucci. Non distruggiamone i nidi.
· Costruiamo un?ovitrappola. Prendete un piccolo vasetto di plastica liscia, di colore scuro e riempitelo a metà di acqua. Fate un forellino a metà altezza per evitare che si riempia troppo in caso di pioggia. Lungo la parete interna fissate una striscia di legno ruvido dove le zanzare deporranno le uova. Offrite questa trappola alle zanzare che frequentano la vostra terrazza o il vostro giardino. Una volta la settimana, prima che le uova si schiudano, svuotate il contenitore e grattate via le uova dalla striscia di legno. Ogni settimana potrete cosi mandare a monte la nascita di decine di zanzare.
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Infine le trappole con lampade a raggi Uv; anche se necessitano di una manutenzione abbastanza costante, ce ne sono di vari tipi, per interni e per esterni, specifici per ogni ambiente: l?appartamento, la terrazza, il gazebo, il giardino, la piscina, il maneggio. Consumano poca energia, non utilizzano insetticidi chimici, non emanano odori sgradevoli o rumori fastidiosi; soprattutto non emettono vapori nocivi. Basano la loro efficacia sulla produzione di CO2 (simulando, così, il respiro umano), sul calore prodotto dalla lampada in dotazione e sull?impiego di una corrente d?aria generata da una ventola. Altri accorgimenti di queste trappole (colori, forme, luci, differenziali termici) simulano i principali fattori di richiamo per zanzare e altri insetti: questi si avvicinano, sono catturati dalla corrente d?aria e trascinati nella trappola, dove muoiono per rapida disidratazione. E noi facciamo festa.
ZAMPIRONI VOLANTI A RISCHIO D'ESTINZIONE
Meglio un pipistrello oggi che migliaia di zanzare domani. In vista
di un'estate umida e rovente come quella del 2003, alcuni comuni
bolognesi sono pronti a difendersi dalle fastidiosissime punture
d'insetti con metodi poco convenzionali: i pipistrelli. Nicchie artificiali
installate nelle aree comunali di Medicina, Crevalcore, Baricella,
Argelato e Pieve di Cento faranno da rifugio per i "cugini dei
vampiri".
Si tratta di progetti promossi dalla provincia di Bologna in attuazione
di direttive della Comunità Europea a tutela delle specie
protette della Bassa. L'obiettivo è offrire a questi animali
dei validi ripari e favorirne così il ripopolamento. "La
loro valenza antinsetticida non è scientificamente provata,
ma che i pipistrelli rientrino tra gli animali cosiddetti utili nella
lotta biologica anche contro le zanzare tigri, non v'è dubbio" dice
Elana Vasile, del Centro Agricoltura e Ambiente che cura il progetto.
Contro le punture, insomma, il pipistrello torna di moda. Addio al
volatile oscuro predatore della notte, benvenuto al piccolo amico
dell'uomo un po' indifeso, ma che aiuta a difendersi bene dagli sgraditi
pruriti estivi.
Conosciuti in natura con il nome di chirotteri, i pipistrelli sono
stati dichiarati specie a rischio di estinzione. La scarsità di
rifugi a loro disposizione, il massiccio utilizzo di pesticidi e
insetticidi in agricoltura e il continuo disturbo antropico ha causato,
negli ultimi anni, una drastica diminuzione di questi uccelli insettivori
in tutta Europa. La pianura bolognese ospita ben sette specie a rischio,
motivo di più per essere definita da Bruxelles in alcuni suoi
punti "sito di importanza comunitaria" o meglio ancora "zona
di protezione speciale". Ogni comune ospiterà tre diversi
tipi di nidi artificiali utilizzati per sostituire le cavità naturali
di alberi malati e abbattuti, una catasta di legname per lo svernamento,
una pietraia e una siepe fatta da arbusti autoctoni. Il luogo ideale,
insomma, per stare al riparo dalla luce e riprodursi di giorno, uscire
e magari fare una bella indigestione di insetti di notte.
E la gente sembra proprio non aver nessuna paura. Bando alle leggende
metropolitane: non si attaccano ai capelli delle donne, non rendono
sordi o ciechi, non succhiano il sangue. Meglio un pipistrello che
mille zanzare. La proposta dimostrativa, infatti, è stata
accolta con grande favore dagli abitanti di tutte le zone interessate.
Ecco perché le case per pipistrelli verranno posizionate non
in aperta campagna, ma in parchi pubblici centrali, nel cuore dei
comuni. Ecco perché si stanno organizzando visite guidate
anche per le scuole. Spazi aperti, nessun recinto, nessun pregiudizio.
Lo scopo principale dell'iniziativa è incentivare il monitoraggio
di animali "speciali" entrati nella leggenda, abbinati
al mito di Dracula, ma davvero poco conosciuti. Strani mammiferi,
ciechi eppure molto intelligenti, capaci di localizzare gli ostacoli
emettendo ultrasuoni che rimbalzano sugli oggetti. "Sono specie
selvatiche che vanno trattate con cura", ha ribadito Elena Vasile. "Non
danneggiano l'agricoltura, non insidiano gli altri animali".
E se vi capita di trovarne uno per strada, magari ferito, chiamare
il centro Lipu più vicino e ricordarsi di non mettere mai
un dito davanti alla loro bocca, potrebbe mordervi.
Rita Salimbeni
AMICI PIPISTRELLI
SONO DEGLI INFALLIBILI CACCIATORI DI INSETTI,
SOPRATTUTTO DI ZANZARE, MA RISCHIANO DI SCOMPARIRE DALLE NOSTRE CAMPAGNE
PER COLPA DELL’UOMO.
COSA POSSIAMO FARE PER PROTEGGERLI ED ATTIRARLI.
Tra tutti i mammiferi presenti sul nostro pianeta
i pipistrelli sono senza dubbio quelli rappresentati dalla maggior quantità di
specie, con un numero di oltre 1.000 su circa 4.000. Nella sola Italia sono
state censite fino ad ora almeno 34 specie costituite per lo più da
piccoli pipistrelli che, grazie alla loro abilità nel cacciare insetti,
rivestono un ruolo essenziale nel mantenimento degli equilibri ecologici ed
in particolare nel contenimento degli insetti dannosi per le coltivazioni
e per l’uomo. Basti pensare che un piccolo esemplare del genere Pipistrellus
riesce a catturare in una sola notte oltre 2.000 piccoli insetti, tra cui
numerosissime da zanzare! Un motivo in più per favorire la tutela e
la conservazione di questi nostri preziosi alleati.
Purtroppo, a partire dagli anni ‘50, la popolazione
di Chirotteri (l’ordine che raggruppa le varie specie di pipistrelli)
nel nostro Paese ha subito una drastica riduzione, tanto che oggi tutte le
specie nostrane sono dichiarate “rare e minacciate di estinzione” e
sono sottoposte a tutela dalle normative europee e nazionali. A causare la
progressiva scomparsa di pipistrelli sono la continua modificazione da parte
dell’uomo dell’ambiente naturale in cui essi vivono, in particolar
modo attraverso il taglio degli antichi alberi ricchi di cavità, il
ricorso all’agricoltura intensiva e alle monocolture (con la conseguente
perdita di biodiversità delle nostre campagne), l’uso massiccio
di pesticidi che contaminano gli insetti di cui i pipistrelli si cibano e
che quindi si accumulano in questi ultimi fino a raggiungere concentrazioni
che spesso sono per loro letali. Di non secondaria importanza è la
diminuzione dei siti adatti al loro riposo, riproduzione ed ibernazione invernale
causata dalla ristrutturazione dei vecchi sottotetti, stalle ed edifici abbandonati,
la chiusura di sotterranei e vecchie miniere, l’abbattimento degli alberi
dal tronco cavo, l’azione di disturbo a cui sono sottoposte le grotte
(dovuta principalmente al turismo ed alla speleologia), ecc... A questi motivi
si aggiunge spesso il comportamento sciocco ed ignorante di molte persone
che, influenzate da false credenze popolari e superstizioni infondate, considerano
ancora i pipistrelli degli animali nocivi e pericolosi e non esitano ad eliminare
individui o anche intere colonie.
Fortunatamente negli ultimi anni anche nel nostro
Paese si stanno sviluppando progetti di studio e tutela della chirotterofauna
ed addirittura programmi di disinfestazione biologica che si avvalgono
dell’utilizzo
di questi nostri utilissimi alleati per il contenimento di insetti indesiderati. Un caso esemplare è costituito dal recente progetto realizzato dal
Consorzio di Bonifica Versilia-Massacciucoli che per il secondo anno consecutivo
ha condotto nel proprio territorio di competenza una sorta di lotta biologica
alle zanzare attraverso l’utilizzo congiunto di tinche e pipistrelli,
le prime molto voraci di larve, i secondi di individui adulti. Attraverso
la liberazione di 10.000 tinche nei corsi d’acqua del comprensorio e
la messa in posa di 100 cassette-nido artificiali (che possono ospitare fino
a 1000 pipistrelli) è stato registrato già un sensibile calo
del numero di zanzare. Si tratta pertanto di una splendida esperienza che
riesce a coniugare allo stesso tempo la lotta ecologica ad un parassita alle
esigenze di conservazione di altre specie e che si spera venga presto replicata
anche in altre aree del Paese.
COME COSTRUIRE ED INSTALLARE UN “BAT-NIDO
Anche noi possiamo contribuire concretamente
alla salvaguardia dei pipistrelli fornendo loro un rifugio che essi potranno
utilizzare nel periodo riproduttivo e durante la loro permanenza nei territori
di caccia estivi.
Costruire una cassetta-nido artificiale
per pipistrelli è molto semplice: basta procurarsi un’asse di
legno massello non trattato delle dimensioni di 87,5 x 20 x 2,5 (centimetri),
un martello, alcuni chiodi, una coppia di cerniere e seguire le istruzioni
di montaggio indicate nel disegno. Il modello che proponiamo è particolarmente
adatto per le specie di pipistrelli di minori dimensioni, frequenti anche
in prossimità dei centri abitati, e può essere quindi installato
anche in parchi pubblici, giardini o in prossimità di abitazioni.
Il nido si presenta come una cassetta
di legno parallelepipeda chiusa che ha come unica via d’accesso una
piccola fessura nella parte bassa, che consente il passaggio dei pipistrelli
ma non degli uccelli. In uno dei lati o sul tettuccio è possibile posizionare
delle cerniere al fine di consentire l’ispezione interna.
Si raccomanda di far combaciare bene
le varie parti in modo tale garantire una perfetta coibentazione interna ed
evitare di lasciare fessure che potrebbero far entrare all’interno la
luce o gli spifferi d’aria, sgraditi ai pipistrelli durante il loro
riposo. E’ inoltre importante effettuare con uno scalpello delle scanalature
orizzontali sul lato interno più lungo, in modo da consentire una più facile
presa da parte delle zampine al momento dell’entrata nel nido e durante
tutta la permanenza in esso.
E’ inoltre importante evitare
l’utilizzo di colle e vernici che contengono sostanze nocive a cui i
pipistrelli sono particolarmente sensibili. Se si preferisce è possibile
rivestire la parte esterna del tetto con un foglio di lamierino oppure con
una guaina catramata (applicata senza riscaldarla), al fine di evitare che
con il passare del tempo il legno marcisca e penetri umidità al suo
interno.
Per ciò che riguarda la sua
installazione, esso andrà posizionato su un albero o su un muro ad
almeno 4-5 metri di altezza, preferendo una posizione soleggiata in direzione
sud. Essendo poi i pipistrelli abituati al “riposo sociale” è preferibile
installare due o tre cassette-nido insieme, magari orientate secondo diversi
punti cardinali.
Per ciò che riguarda l’ispezione
interna si ricorda di effettuarla solo raramente, preferibilmente in fine
estate o autunno, avendo cura di evitare rumori molesti e movimenti bruschi
che possano alterare il delicato riposo dei nostri amici. Un modo meno invasivo
di notare la loro presenza nel nido è invece l’osservazione della
presenza di guano (composto dai resti chitinosi degli insetti di cui si cibano),
alla base del nido.
Si ricorda inoltre che comunque le
cassette vengono occupate dai pipistrelli solo dopo diversi mesi che sono
state posizionate e che vengono utilizzate solo nel periodo primaverile ed
estivo, in quanto per il letargo invernale essi si rifugiano in siti come
vecchie miniere, grotte, cavità all’interno di case abbandonate
o di grossi alberi, che riescono a garantirgli una maggiore protezione dall’ambiente
esterno e che spesso si trovano lontani anche diversi chilometri dai territori
di caccia estivi.
SOS PIPISTRELLI
Nel caso in cui ci si imbatta in pipistrelli
feriti o in difficoltà, oppure si abbia bisogno di consigli su problemi
di convivenza con i pipistrelli (ad esempio nel caso in cui si ritrovino esemplari
rifugiati nel cassonetto delle tapparelle) o su come eseguire lavori di ristrutturazione
di sottotetti o interi edifici rispettando le esigenze dei Chirotteri, è possibile
contattare gratuitamente alcuni esperti specializzati, che saranno lieti di
assisterci. La lista degli indirizzi dei centri e delle associazioni presenti
nelle varie regioni italiane può essere consultata sui seguenti siti
internet:
http://www.cisniar.it/barbastella_contatti.htm
http://fauna.dipbsf.uninsubria.it/chiroptera/girc/sos.html
fonte: http://www.ariannaeditrice.it
di Giuliano Guglielmo - 12/12/2006
GLI UCCELLI
A primavera, chi non guarda il cielo per
controllare se le rondini sono tornate? Questi poetici e coraggiosi uccelli
sono di nuovo
presenti qui da noi proprio nel momento in cui cominciano a riprodursi
le zanzare, sarà un caso? Ormai tutti conoscono l’importante ruolo
che rivestono per l’eliminazione di questi insetti: quando si librano
con acrobatiche piroette nel cielo o volano quasi raso terra, al crepuscolo,
quanti ne eliminano! Ma non sono le sole, sono molti, infatti, gli uccelli
insettivori, ad essere voraci sterminatori di zanzare adulte, come l’agilissimo
Rondone che raggiunge in volo la velocità di 160 km l’ora. Sono “antizanzare” che
rallegrano, con i loro colori, i cinguettii…. quindi proteggiamo gli
uccelli, non distruggiamo i loro nidi e favoriamone, invece, la costruzione.
E’ PRIMAVERA MA LE RONDINI NON VOLANO
Lassù, nel cielo, si consuma un dramma: le rondini stanno scomparendo.
Non è ancora scattato per loro l’allarme estinzione. Tuttavia
i dati più recenti parlano chiaro: le rondini non volteggiano più numerose,
come facevano in primavera, alcuni anni fa.
Negli ultimi vent’anni, secondo uno studio dell’istituto nazionale
della fauna selvatica in collaborazione con la LIPU (Lega italiana protezione
uccelli), la popolazione di rondini, rondoni e altri uccelli migratori ha
subito una diminuzione di circa il 40%, con punte che sfiorano il 60%. Significa
che, ogni primavera, negli anni ’60 sui cieli della nostra Penisola
e di tutta Europa garrivano 10-15 milioni di rondini mentre adesso sono ridotte
a non oltre 6-8 milioni. Basta guardare sopra di noi per accorgersi che ce
ne sono ben poche. La progressiva scomparsa delle rondini dai cieli d’Italia
e d’Europa, dove ogni primavera arrivavano dalle regioni meridionali
dell’Africa, volando ininterrottamente addirittura per 8000 km, è soprattutto
dovuta al fatto che i pesticidi usati in campo agricolo hanno drasticamente
ridotto gli insetti di cui le rondini si cibano. Questo, però, non
tocca soltanto il romanticismo di chi amava osservare le rondini, alte nel
cielo intrecciare i loro voli, ma è il segno di una diminuzione della
qualità dell’ ambiente dove vivono gli uomini.
La rondine, infatti, è, al pari di altri animali come l’ape,
un “indicatore biologico” della qualità ambientale. Vive
cioè solo dove le condizioni naturali non sono compromesse.
Le rondini sono animali abitudinari, perché nidificano sempre nello
stesso posto, dimostrando così una straordinaria memoria geografica,
sono anche animali monogami, perché sì “sposano” con
un solo compagno per tutta la vita.
Arrivano in primavera per nidificare e allevare i piccoli.
Preferiscono fare il nido in luoghi riparati con un microclima caldo-
umido: il posto ideale sarebbe sotto i tetti di vecchie stalle o di casolari
di campagna, ma anche sotto cornicioni e grondaie. Al momento delle nidificazioni
le rondini depongono quattro o cinque uova che sono covate dai dodici ai
diciotto giorni. Dopo la schiusa, i piccoli sono accuditi da entrambi i genitori
per un tempo di circa venti- venticinque giorni, in attesa che siano in grado
di spiccare il primo volo.
Una delle cause della scomparsa delle rondini dai nostri cieli riguarda
la trasformazione dell’habitat adatto per la nidificazione. L’agricoltura
industriale non prevede più la stalla di tipo tradizionale ma si serve
di costruzioni in cemento, più funzionali alle esigenze della zootecnia
moderna. Anche la progressiva copertura con asfalto delle stradine secondarie
di campagna, unitamente alla cementificazione di alcuni canali di scorrimento
dei ruscelli, finisce con il privare le rondini di quella risorsa di fango
e di terriccio per la costruzione dei loro nidi.
Una primavera senza rondini non è un dramma solo dal punto di vista
ecologico. Anche noi subiamo sulla nostra pelle la diretta conseguenza del
calo della popolazione di rondini, rondoni e altri. Si capisce dall’aumento
sensibile del numero di zanzare che infestano le città e la campagna
durante l’estate. La presenza di uccelli insettivori nei nostri cieli
aveva il compito di regolare la popolazione degli insetti, mantenendo in
equilibrio l’ecosistema.
Negli ultimi anni alcune associazioni quali la Lipu hanno cercato di
aiutare le rondini. Si è provveduto alla ricreazione di oasi dove
le rondini potessero trovare l’ambiente idoneo, per la nidificazione
e cento fattorie tradizionali a tutela della sopravvivenza degli uccelli
selvatici. E’ un primo passo affinché le rondini non scompaiano
ma tornino in stormi ad annunciare con le loro strida che la primavera è di
nuovo fra noi.
Gloria Lebbolo
http://web.tiscalinet.it/lacimiceonline
L'AMBIENTE E' IN PERICOLO A DIRLO ORA SONO ANCHE GLI UCCELLI
leggi
POCHI I MIGRATORI IN EUROPA
Svernare in Africa non fa più bene agli uccelli europei. Secondo gli amanti di bird watching infatti molte specie di migratori sono quasi del tutto scomparse. Tra queste vi sono il biancone, un piccolo rapace, il falchetto e la ghiandaia marina ormai scomparsi o quasi dai siti dove erano soliti passare le loro estati europee.
La conferma di queste osservazioni arriva da uno studio, pubblicato sulla rivista "Biological Conservation", il primo a lungo termine ad aver esaminato le popolazioni di uccelli migratori europei. Dal 1970 a oggi, circa la metà delle 121 specie studiate hanno visto declinare i loro numeri a un tasso allarmante e in alcuni casi sono del tutto scomparse dall'Europa.
Alcuni esempi per capire meglio la situazione: il torcicollo e l'averla non si riproducono più in Inghilterra, mentre il numero di pigliamosche e di tortore è calato dell'80%. Dal momento che altre specie non migranti non sono state colpite, "sembra che ci sia qualcosa nel modo di vita dei migratori non funzioni", dice il principale autore della ricerca, Fiona Sanderson della Royal Society for the Protection of Birds in Bedfordshire.
I dati sono stati raccolti dal BirdLife International Program, confrontando i trend delle popolazioni stanziali con quelle di migratori.
Alcune ipotesi suggeriscono che la colpa sia dei cambiamenti climatici, altre della crescita delle aree coltivate in Africa, dell'aumento dell'uso di pesticidi nella regione o dell'espansione del Sahara e delle forti siccità degli ultimi anni
Lanci - Science Now, 1 Giugno 2006
UCCELLI INSETTIVORI
Ecco un elenco di uccelli che si nutrono solo
di insetti, anche se sono molti quelli granivori, come i passeri, ad esempio,
che ne cibano i piccoli e, a loro volta, arricchiscono la dieta anche di
zanzare:
RONDINI - BALESTRUCCIO – RONDONI – BALLERINE – PRISPOLONE – CODIROSSO – PIGLIAMOSCHE - SUCCIACAPRE – STIACCINO – CANAPINO - TOPINO – PETTIROSSO – LUI’ PICCCOLO – CAPINERA – BALIA DAL COLLARE – BALIA NERA – BASETTINO – PETTAZZURRO – PEPPOLA – FROSONE – RIGOGOLO – CORVO.
ANFIBI
Altri ottimi “elimina-zanzare” sono le rane, i rospi, le raganelle, le salamandre e tutti gli altri anfibi che però purtroppo, stanno rischiando l’ estinzione. Vogliamo privarci anche di questi altri utilissimi “insetticidi” naturali?
ANFIBI E MACROINVERTEBRATI: ALLEATI PREZIOSI E INVINCIBILI NELLA LOTTA ALLA ZANZARA TIGRE
Forse non lo sapevate ma le zanzare in natura hanno dei formidabili e invincibili predatori: i loro nomi sono poco conosciuti, come ben si addice a dei veri e propri “agenti segreti”, ma l’effetto finale è garantito e per i ditteri culicidi non ci sono speranze!
Tritoni, ditiscidi, nepidi, odonati… sono solo alcuni dei nostri più importanti alleati nella lotta alle zanzare in ambienti naturali dove c’è ristagno d’acqua. I tritoni appartengono agli Anfibi, sono delle piccole “lucertole d’acqua”, lunghe dai 6 ai 15 centimetri (a seconda della specie) e la loro dieta, specialmente nei giovani e nelle larve, è incentrata sugli invertebrati (crostacei, coleotteri, ditteri, ecc.). Nel gruppo dei “macroinvertebrati d’acqua dolce” troviamo, tra gli altri, i ditiscidi, i nepidi e gli odonati: si tratta di insetti predatori (forme larvali e/o adulti), dal corpo fusiforme e idrodinamico per nuotare e cacciare con abilità, come nelle notonette o nei ditiscidi, o tozzo e robusto ma dotato di organi raptatori per la caccia d’appostamento, come nelle larve delle libellule (odonati).
Per scovarli dovete andare ad osservare qualche ambiente umido ben conservato, anche dentro la vostra città: stagni, pozze d’abbeverata per animali, fontanili, piccoli laghetti, canali, fossi e persino la vasca ornamentale (fontanella) nel parco urbano. Requisito fondamentale per la loro presenza: la totale mancanza di pesci predatori, specialmente di gambusie e carassi. Altri requisiti importanti, che rispecchiano le loro esigenze vitali: acqua non inquinata (non importa se in acqua ci sono alghe, piante acquatiche e foglie secche, anzi …sono presenze utili per diversificare l’ambiente acquatico), minimo disturbo da parte dell’uomo (e cioè: evitare di “pulire” ogni settimana la vasca; non usare l’acqua del fontanile per lavare l’auto; ecc.).
Una volta arrivati in un sito ottimale, tritoni e notonette si fanno vedere con discrezione: se l’acqua è limpida, dovete fare attenzione ai movimenti che avvengono sul fondo, tra le piante acquatiche o sotto le foglie secche; dopo aver avvistato il primo di questi animali e … una volta “abituato l’occhio”, non avrete difficoltà a scovarne sempre più. Negli ambienti con acqua torbida, invece, individuare la presenza di tritoni & notonette è più difficile ma non impossibile: dovendo prendere qualche boccata d’ossigeno, ogni tanto anfibi e macroinvertebrati si avvicinano alla superficie per respirare, facendosi localizzare in modo più o meno evidente.
Attualmente negli ambienti urbani, e comunque vicino alle città, nei giardini condominiali, nei fossi e canali che attraversano il centro abitato, la presenza di tritoni & notonette è molto limitata. Scarichi non depurati, frammentazione degli habitat, immissione di specie non autoctone di pesci, isolamento ambientale … sono solo alcuni dei fattori “limitanti” e “deterrenti” che hanno ridotto il numero (o bloccato la colonizzazione) di questi nostri preziosi alleati nella lotta alle zanzare. E, in mancanza di predatori naturali… le zanzare si sono moltiplicate a dismisura, utilizzando peraltro anche siti riproduttivi di modeste dimensioni e inidonei per qualsiasi predatore (sottovasi, tombini stradali, rifiuti abbandonati, ecc.). Se i focolai più “antropizzati” possono essere controllati direttamente e facilmente (svuotando i sottovasi, impedendo il, ristagno nei tombini, avviando a raccolta differenziata i rifiuti abbandonati), le piccole aree umide cittadine (fossi, stagni, vasche) possono essere ancora ospitali per i predatori naturali delle zanzare? In molti casi la risposta è si: questo può evitare il ricorso a mezzi più impattanti (dall’immissione di pesci alloctoni, all’irrorazione di sostanze chimiche larvicide e adulticide) e un minimo recupero della biodiversità locale.
In molte città italiane ci sono biologi e naturalisti che si occupano di Anfibi (in generale vengono chiamati “erpetologi”, e si interessano anche di Rettili) e Insetti (questi studiosi sono chiamati “entomologi”), che spesso e volentieri collaborano con i Musei naturalistici, le Università e le Associazioni ambientaliste: sono dei veri e propri “esperti” di fauna eteroterma e saranno ben felici, nei limiti delle loro possibilità, di collaborare per dare consigli, fornire consulenze e predisporre progetti per la tutela dei principali predatori naturali di zanzare & co. e per il graduale ripristino della naturalità de biotopi d’acqua dolce di casa nostra.
Dott. David Fiacchini Coordinatore Nazionale
Commissione Conservazione della Societas Herpetologica Italica
www.unipv.it/webshi
Per informazioni:
david.fiacchini@libero.it
LIBELLULE
E le libellule, così eleganti e leggere, che una volta si posavano sulle corde per stendere i panni e i bambini cercavano di afferrare per la “coda”, dove sono più?
La LIBELLULA è un insetto che appartiene all'ordine degli Odonati.
Ne esistono due gruppi principali: gli Anisotteri, o vere libellule, e gli Zigotteri o "damigelle".
Si distinguono da posate perché le vere libellule tengono le ali aperte e orizzontali mentre le damigelle le tengono verticali e chiuse sopra il corpo. Le "damigelle" sono molto più aggraziate e volano più lentamente.
Ambedue i gruppi hanno corpo allungato, occhi molto grandi, antenne corte e due paia di ali trasparenti; tutte si nutrono di insetti che catturano in aria.
Passano la maggior parte del tempo alla ricerca di prede; alcune specie cacciano solo in volo, altre restano posate sulla vegetazione e lì aspettano che la preda si avvicini.
Hanno stadi giovanili acquatici: le uova infatti vengono deposte una alla volta sugli steli delle piante ricoperte d'acqua. Le ferocissime larve vivono predando: il loro labbro inferiore infatti si trasforma in una maschera dotata di un apparato atto alla cattura.
Questa maschera larvale è così potente da riuscire a catturare anche un girino, un crostaceo o un avannotto.
Quando le larve sono mature avviene la metamorfosi: la ninfa si arrampica fuori dall'acqua dove, in pochi giorni, svilupperà tutti i suoi colori. Le libellule si trovano più di frequente presso stagni o corsi d'acqua anche se, essendo abili volatrici (possono raggiungere la velocità di 50 km all'ora), riescono ad allontanarsi molto dall'acqua.
I colori e le misure dell'apertura alare variano da specie a specie, dai 35-40 mm della Enallagma Cythigerum ai 110 della libellula imperatore (Anax imperator).
http://www.sirt.pisa.it
Le libellule sono fantastici predatori sia
delle larve, sia degli adulti di zanzara, e vengono anch’esse decimate dagli insetticidi chimici. E’ possibile però attirarle nel proprio giardino costruendo un apposito stagno “da libellule” Per
le istruzioni vedere i siti riportati qui sotto.
STAGNO DI MONTORFANO A MELEGNANO
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LE LIBELLULE A NOVARA
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PESCI
Poiché, come ormai comincia ad essere noto a tutti, la lotta realmente efficace nei confronti delle zanzare è quella larvicida, per eliminare o limitare la loro proliferazione è possibile ricorrere all’aiuto di alcuni pesci ghiotti proprio delle loro larve, come i comuni Pesci Rossi che, se abbondassero nelle vasche cittadine, potrebbero contribuire a tenere sotto controllo il numero delle zanzare.
Ma i più specializzati in questa caccia sono le nostrane Tinche o le importate
Gambusie, con le quali le larve di zanzara, non hanno davvero scampo.
TINCA
http://www.ica-net.it/Pascal/avigliana/pesca/pesci/tinca.htm
http://www.appenninopark.it/fauna_dettagli.asp?idFauna=22&idClasse=5
UN RIMEDIO....DA PESCA CONTRO LE ZANZARE
Le zanzare sono un vero e proprio incubo estivo. Quante volte a pesca all’imbrunire siamo stati letteralmente “mangiati vivi” dal fastidiosissimo insetto?
Proprio ieri sera 5 giugno, sugli schermi del TG5 è stato dato risalto ad una notizia curiosa ed allo stesso tempo importante. Il Consorzio di Bonifica Versilia-Massaciuccoli ha approntato un rimedio ecocompatibile al 100% per ridurre la proliferazione delle zanzare. Il nuovo insetticida naturale, infatti, vive e prospera nelle nostre acque da sempre è ed una cattura molto apprezzata da un grandissimo numero di pescatori: la tinca! L’esperimento che ha già dato risultati confortanti prevede l’immissione di circa 10.000 pesci, ghiottissimi di larve di zanzara, nei canali consortili. La “guerra” non si svolgerà solo sott’acqua, infatti a rendere più “sicuri” i nostri cieli ci sarà una flotta di agguerritissimi pipistrelli (ogni individuo adulto può mangiare fino a 1.500 zanzare in una notte) che verranno mantenuti nelle zone interessate tramite la creazione di apposite strutture entro le quali gli animali andranno a dormire. Un plauso alle amministrazioni locali, che ricalcando esperienze analoghe effettuate all’estero, hanno scelto una via così naturale per tentare di porre rimedio ad un fenomeno che infastidisce milioni di persone. La prossima volta che catturerete una tinca, ne siamo sicuri, la guarderete con occhi diversi…
Per ulteriori informazioni:
www.bonificavm.it
www.cacciaepesca.tv/
Matteo de Falco, 7 giugno 2006
LOTTA ALLE ZANZARE
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La GAMBUSIA, essendo di piccolissime dimensioni
riesce a scovare le larve dappertutto, ma è di fondamentale importanza immetterla, per prudenza, solo in vasche o stagni circoscritti, magari impiantati appositamente e non lasciarla libera in acque naturali, perché essendo una specie alloctona può alterare il nostro delicato ecosistema acquatico. In molte località è però già naturalizzata:
www.AFAE.it/pages/tematica/poecilidi/schedepoecilidi/gambusia_affinis.htm. In Spagna le gambusie sono certamente più conosciute che in Italia. Nell'Alcazar de Sevilla c'è un
vascone dove convivono pacificamente centinaia di gambusie e pescioni rossi.
Le gambusie hanno imparato dai pesci rossi: si avvicinano quando qualcuno s'affaccia
sulla vasca. No hay mosquitos! (Non ci sono zanzare)
GAMBUSIA AFFINIS leggi
LE FORMICHE
Ci credereste mai? Anche le formiche sono molto utili per la lotta alle zanzare
L'UTILITA' DELLE FORMICHE
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